Non possiamo tacere! Reciprocità e interdipendenza: Come abbiamo trattato questi concetti (parte2)

La domanda è: abbiamo abbracciato queste differenze, oppure abbiamo ignorato o tentato di plasmare l'”altro” in mezzo a noi in un qualcosa di più familiare

Affrontando l’idea che viviamo nella consapevole presenza della differenza, Cecile Meijer, RSCJ ci ricorda che: «La presenza di Dio in tutta la creazione non è solo ripetuta infinite volte nelle Scritture, ma questo soffio vitale di Dio ha sostenuto l’energia in tutta la nostra storia umana». Thomas Merton enuncia questa realtà del Dio Interiore con queste parole: «Dio ha, per così dire, messo qualcosa della bontà divina in tutte le cose. Ci sono scintille divine in tutti gli esseri creati. Compito dell’uomo è vedere queste cose e liberare le scintille divine nella creazione mediante la lode, l’amore e la gioia».

Meticoloso avvocato ed educatrice, Meijer dice: «Il rispetto per ogni essere umano ed ogni organismo sul pianeta Terra – persone, animali, piante, ecc. – come casa di Dio abbatte muri e pregiudizi. Ciò che si può riassumere è la costatazione che se Dio vive in me, allora Dio vive ugualmente nel mio prossimo e in tutto ciò che respira – in tutto ciò che esiste».

Questa presa di coscienza ha implicazioni enormi. Ad esempio, come cristiani siamo continuamente invitati a fare spazio a Dio, ad allargare i lembi della nostra tenda, per così dire.

Peraltro, se Dio vive ugualmente in altre persone, ciò non significa forse che siamo chiamati a rendere possibile ad altri di allargare i lembi delle loro tende vivendo con più dignità? Questo non ci impegna a lavorare per il cambiamento strutturale affinché le crescenti disuguaglianze all’interno e tra i paesi possano essere affrontate? (Cecile Meijer, “The Indwelling Presence on our World, it is good for us be here, Xlibris, 2015, p.8).

Purtroppo, negli ultimi anni, il nostro mondo ha registrato e ha sperimentato un inasprimento del discorso nell’arena politica. Demonizzare l'”altro”, piuttosto che dissentire civilmente e cercare di raggiungere il consenso attraverso il compromesso, è diventata la norma. Come possiamo educarci e invitarci l’un l’altro a spostare il nostro pensiero dalla nostra “zona sicura” e camminare verso “l’altro”, abbracciando il concetto di unità e la consapevolezza che siamo tutti in questo insieme?

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